Nel 1966 la Commissione Interministeriale per la programmazione economica (Cipe) avvia, anche a Trieste, il piano di risanamento stabilito dalla CEE per ridurre l’eccessiva capacità di produzione dei cantieri navali europei, convertire il settore e far cessare gli interventi statali di sostegno.
Nel capoluogo giuliano, la risposta sindacale e operaia che ne consegue è essenzialmente difensiva dell’industria locale.
Il progetto raccoglie alcune testimonianze sulla grande stagione di lotte contro il Piano Cipe intrapresa dai lavoratori nella metà degli anni Sessanta per proseguire negli anni Settanta, fino allo smantellamento e alla chiusura dei grandi cantieri triestini.
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Piero Ren Kaiser |
Paolo Nicolini |